"L’intuizione dei nonni diventata istituzione del mondo del caffé"
“Dina, c’è una cosa che secondo me potrebbe essere il futuro: il caffè”. A pronunciare queste parole – rivolte alla moglie – fu Luigi Musetti. Era il 1934, ben 88 anni fa. A raccontarle ai microfoni di Industriando, nel 2022, è un altro membro della famiglia Musetti: Guido Sicuro, tostatore di caffè di terza generazione e presidente della Musetti SpA. Perché sì, a quella profezia Luigi e Dina credettero davvero.
“Con i soldi della liquidazione da tramviere mio nonno aprì il primo negozio in via Garibaldi a Piacenza”, racconta Guido Musetti. “Dopo la Guerra la domanda in Italia esplose, il caffè fu uno dei simboli del boom economico. L’azienda si sviluppò, i nonni acquisirono un lotto da 3mila metri quadrati in via Sant’Ambrogio e da bottega si passò ad una prima forma di distribuzione strutturata. Nel 2000 ci siamo trasferiti qui a Pontenure”. Piacentini da sempre: “Il Palazzo Gotico lo portiamo nel mondo con le nostre tazzine. I nostri dipendenti sono per la stragrande piacentini e manteniamo forti legami con i nostri poli universitari”.
Un’arte, quella del caffè, che non si può improvvisare: “A volte il palato non risponde a quello che io mi aspetto”, spiega la presidente onoraria Lucia Musetti, madre di Guido. “Questo non perché io sia più brava degli altri, ma perché ho assaggiato altre cose e con altri aromi. La ricerca di qualche prodotto particolare dovrebbe avere, secondo le origini della arabica robusta, specifiche caratteristiche adatte a realizzare caffè monorigine o miscele”.
Per una torrefazione con una forte identità, l’obiettivo è confermare nel tempo il gusto del proprio caffè: “Il nostro team di assaggiatori analizza singoli lotti valutandone tutte le qualità e i difetti, la miscela finale è il risultato della combinazione di diverse varietà”, illustra Salvatore Pesco, responsabile di produzione. “Questa azienda ha un know-how immenso in termini di ricette, sappiamo cioè quali materie utilizzare, per quanto tempo tostarle e a quale temperatura”. La minima variazione di ciascuna di queste variabili infatti può alterare sensibilmente gusto e aroma della miscela.
La sfida per Musetti? Tramandare la cultura del caffè, sia ai consumatori che ai professionisti. “Il caffè è una bevanda che si è sempre bevuta e sempre si berrà, noi abbiamo un processo di alta qualità per realizzarlo”, spiega il direttore generale Paolo Molinaroli. “La nostra sfida oggi è proporlo in maniera innovativa, sfruttando il mondo digitale e la comunicazione, strizzando l’occhio alle nuove generazioni”. All’interno della sede di Musetti, a Pontenure, c’è una vera e propria “sala training”: una sorta di aula scolastica dotata di macchine del caffè per formare i baristi in quello che è “l’ultimo miglio”, dal macinato alla tazzina servita al cliente.
In coda alla puntata il consueto passaggio di testimone, con la consegna della scatola di Industriando: “Al suo interno vorrei lasciare decenni di lavoro, tradizioni, concetti, serietà ed etica che la mia famiglia mi ha insegnato”, dice Guido Musetti. “Trasmettere ai miei figli ciò che è stato realizzato dalle generazioni passate e consegnare un’azienda sana che opera nel rispetto della clientela, dei fornitori e di chi ci lavora”.